
Accoglienza dei viandanti
Gli ostelli, le locande,i rifugi,nel passato addirittura le stalle, sono stati e sono l’approdo sicuro dei viandanti dell’Appennino, turisti e pellegrini. Chi è solo di passaggio, chi si ferma qualche giorno. Oggi arrivano con ogni mezzo, dall’auto alla bici, ma capitano anche a piedi a percorrere sentieri con lo zaino in spalla.
In Appennino la viandanza era, in altri periodi storici,una normalità. Alcuni possedevano animali da soma per portare le merci o i bagagli, ma la mobilità era tutta affidata ai piedi e alle gambe. Ai giorni nostri si sta riscoprendo tale pratica e sempre più spesso i turisti che si affacciano in Appennino sono armati di scarponi, racchette e zaini.
Come si arriva dagli scarponi all’Appennino artistico?
Arte sul crinale
La mia idea di gestione dell’ostello “La Scuola” è, fin dal primo giorno, non solo fare accoglienza legata specificatamente al pernottamento in struttura, ma offrire occasioni per tutti, anche per chi non è ospite, nell’ottica di promuovere il territorio in tutte le sue peculiarità. Quindi eventi, ospitate, serate a tema, mercatini sono il mio modo di favorire visibilità per esempio ad aziende agricole e artisti che su questi monti hanno deciso di rimanere ed investire. Da cosa nasce cosa ed è così che un bel giorno prende forma il progetto “Bio Canta, artisti, pastori e contadini resistenti d’Appennino”! Tentiamo di metterlo in pratica io e il mio alter ego ideatore Rinaldo Maria Chiesa, ma solo in un paio di occasioni ha visto la luce, perché l’emergenza sanitaria ci ha tagliato le gambe come a tutti!
Una di queste manifestazioni si tiene il 7 Dicembre 2019 presso il giardino dell’ostello. Musica, birra artigianale, letture, qualche bancarella sono il contorno per dare il benvenuto all’installazione dell’opera lignea di Fabrizio Ugoletti, in arte Fabretti, intitolata “Il Viandante”.
L’Appennino Tosco-Emiliano possiede un suo fermento artistico che spazia in ogni genere di arte e non poteva di certo mancare un tributo al Viandante!
Creato sull’Appennino artistico
L’opera “Il Viandante” viene commissionata all’artista per uno spettacolo teatrale da tenersi nella città di Genova nell’anno 2014. Purtroppo un imponente fenomeno atmosferico allaga il capoluogo e, di conseguenza, il teatro “Gustavo Modena” di Sampierdarena è inagibile e il programma salta. Ma il Viandante è pronto, custodito nel laboratorio di Acquabona, nel comune di Ventasso. Come è nella natura dei viandanti non può stare fermo, soprattutto chiuso tra quattro mura, anche se si tratta della bottega di un artista. L’idea di Fabretti è di rendere la sua opera itinerante iniziando con l’inaugurazione a Carrara davanti al circolo ARCI “Il Viandante”. L’inizio non poteva essere migliore di così!
Da Carrara l’opera è tornata in Appennino Reggiano. E’ stata accolta a Casalino, alla Sparavalle e a Castelnovo né Monti fino ad arrivare a Sologno! La permanenza dell’installazione può durare qualche mese, di solito 3 o 4, ma a Sologno il periodo si sta allungando a dismisura per vari motivi.

Il Viandante
Dal 7 Dicembre 2019 a oggi, Aprile 2021,custodisco il Viandante di Fabretti nel giardino dell’ostello. Un atto di vandalismo commesso la notte di Natale 2019 lo ha fatto crollare rovinosamente a terra. Dispiaciutissima ho avvertito l’artista dell’accaduto, che prontamente ha recuperato l’opera e sistemato il danno. Nonostante la brutta avventura, lo ha riportato a Sologno con l’idea di lasciarlo ancora qualche tempo per poi trovargli un’altra collocazione. A Febbraio 2020 mettiamo insieme un evento per la partenza del Viandante, ma ecco che arriva la pandemia a fermarci. Ci riproviamo l’11 Ottobre 2020: il “Bio Canta” avrebbe ospitato artisti d’Appennino noti e meno noti, ma ancora una volta l’emergenza sanitaria ci ha costretto ad annullare l’evento, ormai completamente organizzato, a data da destinarsi. E il Viandante è ancora lì!
Freme a stare fermo, ma comprende che il momento è delicato e che all’ostello si sta bene e c’è chi si prende cura di lui. Ha indossato la mascherina per dare il buon esempio quando per tutti noi era un’imposizione impossibile. Ha afferrato il tricolore per la festa della Liberazione (25 Aprile) visto che nelle piazze non era possibile andare. A Natale 2020 si è infilato sulla testa il cappello da Babbo Natale per stemperare il difficile momento storico.

La sua struttura è una bacheca a cielo aperto: Fabretti lo ha ricoperto con ritagli di giornali tra titoli e articoli e chiunque si avvicini può lasciare un messaggio scritto sul suo corpo di legno.
La postura, la testa alta che scruta l’infinito invitano ad affrontare la vita come un’avventura, anche contro corrente. Le grandi mani ad essere generosi e accoglienti. Oggetto inanimato che possiede un’anima, quella del suo autore.

Appennino artistico continua…
Un giardino può diventare luogo di riflessione ed espressione artistica, ambientale, sociale. Il Viandante ha accolto vicino a sé il “Pesce Mangiaplastica” di Fabrizio Fontana, detto Biacco, di Civago. Le due opere sono state al centro di curiosità e apprezzamenti, ma anche di critiche, soprattutto il Pesce.
Vorrà dire che presto vi racconterò la storia di “Renata, orata deplastificata”!
A cura di Angela Delucchi, titolare dell’ostello “La Scuola”